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I segreti del Nobile Amaro dell’Etna: così Amaranca ha conquistato i palati gourmet

di Manuela Zanni

Ricevere un premio ambìto come la “Gold Outstanding”, la medaglia d’oro eccezionale, alla International Wine & Spirit Competition di Londra non è da tutti.

Ad ottenere il più alto riconoscimento possibile nel settore dei liquori, arricchendo il palmarès di premi già collezionati di anno in anno, è stata l’azienda siciliana “Romeo Vini” in occasione del concorso Iwsc 2019, quest’anno alla sua 50esima edizione, la competizione riconosciuta la più importante del settore a livello internazionale. “Si tratta di un riconoscimento che ci riempie di orgoglio perché è la prova che, nel tempo, abbiamo percorso la strada giusta, tracciata già da mio padre nel 1998, mantenendo alto lo standard qualitativo di un prodotto unico nel suo genere”, spiega Antonello Romeo, figlio di Santo, l’inventore di un prodotto che da ben 21 anni è rimasto fedele a sé stesso senza cedere alla tentazione di snaturarsi seguendo mode temporanee.

L’amaro Amaranca nasce, infatti, dal perfezionamento di un’antichissima ricetta segreta di famiglia, tramandata di generazione in generazione. Il suo gusto dalla forte personalità, caratterizzato da un sorso armonico e fresco regalato dal frutto dell’arancio selvatico siciliano (citrus aurantium), la madre di tutti gli agrumi della Conca d’Oro, cui si uniscono le note aromatiche estratte dalle erbe officinali e radici raccolte alle pendici dell’Etna, lo rende riconoscibile, al di là delle imitazioni, creando un unicum inconfondibile. Queste caratteristiche hanno reso, nel tempo, l’amaro Amaranca il fiore all’occhiello della “Romeo Vini”, l’azienda che si fonda sull’esperienza della famiglia Romeo e mira a consolidare una posizione di riferimento per i cultori del vino, dei liquori e per gli operatori della ristorazione di prestigio con uno speciale riguardo ai consumatori.

Sebbene sia piuttosto intuibile che nessuno dell’azienda sia disposto a svelare la formula segreta cui si deve il successo dell’amaro Amaranca, a noi appare evidente che gran parte del merito vada riconosciuto al prezioso frutto, l’Arancia Selvatica, detto Melangolo, una varietà molto rara di albero di agrumi. Originario dell’Estremo Oriente, precisamente della Cina meridionale e del Nord della Birmania,  giunto in Europa grazie ai Portoghesi e agli Arabi e portata in  Sicilia dai Crociati intorno all’anno Mille. Nonostante l’azienda sia avvezza ad ottenere riconoscimenti internazionali, come la vittoria all’International Spirits Challenge in occasione del quale fu l’unico amaro italiano a vincere la medaglia d’argento tra i liquori alle erbe e l’argento dell’anno scorso alla “International Wine and Spirit Competition” di Londra, “l’oro di quest’anno rappresenta un traguardo da cui non può che scaturire una serie di progetti che già erano in cantiere e che grazie a questo riconoscimento ricevono il giusto sprone per essere realizzati con maggiore entusiasmo”, confessa Antonello.

Tra questi per il 2020 pare ci siano in programma alcuni nuovi prodotti, che continueremo a trovare esclusivamente sugli scaffali di enoteche e luoghi di nicchia, e anche una nuova realtà aziendale, sempre nella Sicilia orientale, che consentirà ai tanti estimatori dell’amaro Amaranca  di conoscere da vicino l’azienda e di assistere anche ad alcune fasi di lavorazione del prodotto. Nell’attesa di queste novità non ci resta che sorseggiare questo Nobile Amaro dell’Etna “rigorosamente liscio con ghiaccio e una fogliolina di menta, suggerisce il suo produttore, abbinandolo,  in vista delle festività natalizie, anche ad un piatto di formaggi accompagnati  da una marmellata di arancia amara per l’aperitivo aggiungiamo noi.

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